mercoledì 31 agosto 2011

Tonno all'acqua pazza e spezie Tec-Al








Buonasera a tutti! Oggi, per festaggiare l'arrivo dei prodotti dalla Tec-Al ho deciso di riproporre una ricetta che ho postato tempo fa su facebook: il tonno all'acqua pazza ai profumi mediterranei.
Prima di iniziare, ecco quello che ho ricevuto oggi!





  • Peperoncino in polvere
  • Pepe nero in polvere
  • Pepe bianco in polvere
  • Sale dei papi
  • Sale australiano Murray River
Be', non potevo certo lasciarli lì chiusi e abbandonati!


Cominciamo dunque!


Ingredienti per due persone:

2 bistecche di tonno fresco da 200 gr circa l'uno
una decina di pomodorni ciliegia
una manciata di olive nere snocciolate sott'olio
un cucchiaino di capperi
uno spicchio d'aglio
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
mezzo bicchiere di vino bianco
peperoncino (Tec-Al)



Metto a scaldare l'olio con lo spicchio d'aglio e il peperoncino. 

Intanto lavo i pomodorini e li taglio in pezzi. Quando l'olio è caldo aggiungo i pomodorini e li lascio appassire mentre riduco il tonno a tocchetti.


 

Metto lo spezzatino di tonno in padella e aggiungo un po' di sale. 


Siccome il tonno cuoce in fretta, mi do una mossa e sfumo il tutto col vino.
Un minutino e aggiungo capperi e olive. Do una regolata di sale, ci metto un paio di foglie di basilico spezzettate e impiatto!


Solare, sano e gustoso questo piattino!




Intanto che ci siamo, dedico un po' di spazio al sale australiano Murray River. Si tratta di un salgemma estratto dall'evaporazione delle acque saline del più importante fiume australiano: il Murray-Darlign che si carica di sali minerali durante il suo percorso a valle. Il Sale Rosa Australiano Murray River ha colore rosa albicocca, dovuto al carotene di alcune alghe presenti nei bacini di evaporazione, di consistenza imepalpabili, sapore unico e molto delicato. Perfetto per completare pietanze di qualsiasi tipo e preparazione. Si può utilizzare anche per guarnire piatti di alta cucina, è il sale più usato dagli chef!







martedì 30 agosto 2011

Nuove collaborazioni per la Pessima Cuoca!


Oggi sono molto felice!

Ho stretto delle collaborazioni con alcune aziende delle quali vi riporto i loghi:








 













Queste società (tra l'altro i referenti sono persone disponibilissime e molto cortesi) mi offrono la possibilità di provare i loro prodotti. 


 Che cosa può volere di più la vostra Pessima Cuoca? 


Proverò stampi in silicone, sali e spezie, aromi (mi arriverà l'aroma alla rosa che ho cercato per mari e monti invano!)  formaggi e farine!
Posterò tutto quello che cucinerò con i loro prodotti e vi dirò cosa ne penso.

Si prospetta un Autunno-Inverno ricco di novità e di cose buone!

Bacioni a tutti!


lunedì 29 agosto 2011

Shortbread o semplicemente biscotti al burro! (Con scaglie di cioccolato)





Queste meraviglie di croccantezza  friabilità, le ho trovate su un libro comprato recentemente che si intitola semplicemente: cioccolato. 

In realtà non si tratta di veri e propri "Shortbread", ma gli assomigliano molto.

Gli Shortbread originali scozzesi, sono biscotti realizzati con la farina d'avena mntre in questi c'è la normalissima farina di grano tipo 00. Credo che il libro utilizzi quel nome per far riferimento proprio alla friabilità di questi biscotti (short è l'antica traduzione di friabile).

Se volete saperne di più potete consultare Wikipedia esattamente qui. Noi intanto passiamo alla ricetta.

Dosi per circa 16 biscotti:

115 gr di burro
115 gr di farina
55 gr di maizena
55 gr di zucchero
40 gr di gocce (o scaglie) di cioccolato fondente

In una grande ciotola setacciate farina e maizena. Aggiungete burro a dadini e zucchero e lavorate fino ad ottenere un impasto granuloso. Unire il cioccolato.






In pratica la ricetta è finita. Ora dovrete solo decidere dove cuocerli; in una teglia quadrata o rettangolare per poi tagliarli a tocchetti, oppure in uno stampo tipo per muffins. 
Io, durante le mie minuziose ricerche, ne ho scovato uno con le cavità poco profonde apposta per i biscotti e me ne sono servita per cuocere gli shortbread per 15 minuti circa a 180°C.




Sono perfetti in ogni momento.

Per colazione, con un bel caffelatte.
A merenda, accompagnati da una tazza di te.
Dopo cena, con un bicchierino di passito!










giovedì 25 agosto 2011

Crumble alle prugne


Per contrastare il caldo di questi giorni, secondo voi cosa ho fatto???
Ma ho acceso il forno no!!!

Non sono diventata masochista tutto in un colpo, ma ho trovato questo Crumble di prugne su una rivista e non ho resistito.
Si tratta di un dolcetto talmente semplice e veloce che vale la pena tentare. 
Il tempo di prepararlo e il forno è caldo; 15 minuti di cottura ed è fatta!

Per gli ingredienti e il procedimento, vi invito a visionare la ricetta nel forum di Cookround, esattamente qui.

Ora però vorrei spendere una parola per le cuoche ancora un pochino inesperte o a chi si accosta alla cucina da pochissimo tempo.
Non fatevi assolutamente frenare dalle ricette straniere!  Spesso, infatti, dietro a nomi di cui ignoriamo completamente la traduzione, si nascondono preparazioni semplici e che ci potranno dare un sacco di soddisfazioni.

E' proprio questo il caso del Crumble (a proposito, si pronuncia "crambol").
Se guardate sul dizionario, scoprirete che il verbo to crumble, in Inglese significa sgretolare- sbriciolare.
Ecco svelato il mistero! Il Crumble, altro non è che una sorta di sbriciolato di burro, zucchero e farina a cui si aggiunge della frutta secca a piacere. Questo impasto asciutto e sabbioso, si versa a cucchiaiate su un letto di frutta sbucciata, tagliata a pezzetti e spolverizzata di zucchero.
La cottura, come dicevo prima è di soli 15 o 20 minuti e poi il dolce è pronto. L'unica insidia può essere quella di lasciarlo bruciare, ma basta non eccedere coi tempi di cottura e avrete tra le mani un dolce perfetto realizzabile anche con quelle pesche che stanno avvizzendo in frigo e che nessuno fila da giorni...
Farete  un figurone, questo è assicurato! Se poi direte che il dolce è di ispirazione British, i vostri ospiti ne rimarranno molto colpiti e nessuno potrà più dirvi che siete delle pessime cuoche!

A proposito: anche Lisa, la protagonista del mio libro, prepara un Crumble e vi posso garantire che se ci è riuscita lei, per voi sarà una passeggiata!!!



mercoledì 24 agosto 2011

Liquore alle amarene o Liquore della lunga attesa





Questa ricetta parla di lunghe attese e di santa pazienza. 
E' una di quelle preparazioi di cui ci si deve dimenticare per 3 lunghi anni.
Che se poi vogliamo proprio parlarne, non è che 3 anni siano così tano lunghi.
Scusate ma questo per me è un argomento un po' spinoso di quelli che, quando attacco a parlarne, divento nostalgica ai limiti della noia.
Però pensateci, il liquore alle amarene, una volta pronto, avrà vissuto con voi un pezzettino della vostra storia perché, se è vero che il tempo fugge via velocemente, è altrettanto vero che in 3 anni di cose ne possono accadere parecchie.


Ma veniamo a noi e alla ricetta di oggi con 2 premesse:


  1. Ho iniziato l'infusione di questo liquore a Luglio 2009, perciò sarà pronto soltanto a Luglio 2012. Perciò, ora come ora non posso garantire nulla! 
  2. La ricetta l'ho trovata su un libro meraviglioso: Cinque quarti d'arancia di Joanne Harris. Siccome non sono specificate le dosi, ho seguito anch'io l'istintivo procedimento che mette in opera Framboise Dartigen, la protagonista della storia.

Vi riporto il procedimento, tratto direttamente dal testo:
Il segreto è lsciarci i noccioli. Porre strati di amarene e zucchero uno sull'altro in un vaso di vetro dall'imboccatura larga, e ricoprire a poco a poco ogni strato con il liquore trasparente (il migliore è il kirsch, ma potete usare la vodka o perfino l'armagnac) fino a metà della capacità del vaso. Rabboccare con alcol e aspettare. Ogni mese girare accuratamente il vaso così da disperdere tutto lo zucchero accumulato. Nel giro di tre anni l'alcol ha dissanguato le amarene, e si è macchiato di rosso cupo, penetrando perfino nel nocciolo e nella piccola mandorla nel suo interno, facendosi pungente, evocativo, il profumo di un autunno passato. Servitelo in bicchierini da liquore, con un cucchiaio per tirar fuori l'amarena, e lasciatelo in bocca finché il frutto macerato si dissolve sotto la lingua. Bucate il nocciolo con la punta di un dente per liberare il liquore che si è fermato all'interno e tenetelo in bocca a lungo, giocandoci con la punta della lingua, facendolo rotolare sotto, sopra, come un grano del rosario. Provate a rievocare il momento della sua maturazione, quell'estate, quell'autunno caldo, quella volta in cui il pozzo si prosciugò, la volta in cui ci furono i nidi di vespe, tempi andati, perduti, ritrovati di nuovo in quel punto duro del cuore del frutto...

Come sarà bere questo liquore? Evocativo, come suggerisce l'autrice? 
Io lo spero e se sarà picevole da bere, ne metterò ancora a macerare. 
Altri 3 anni, altre storie, un'altro pezzo di vita.



Ecco il vaso del liquore affiancato dal "mio" Armagnac


Dopo 2 anni d'infusione, le amarene hanno già ceduto quasi tutto il colore

lunedì 22 agosto 2011

Tronchetti di salmone in crosta di sesamo





Buongiorno a tutti cari amici!
Finite le vacanze?
Io sì, per ora. Dico per ora perchè nell'aria c'è l'idea di un viaggetto, ma per il momento non mi spingo oltre...

Comunque, i pochi giorni di vacanza che ho fatto mi hanno offerto un sacco d'ispirazione e tanta voglia di cucinare per voi!

Ecco dunque questi gustosissimi bocconcini di salmone che possono essere serviti per antipasto o per un secondo leggero che non appesantisca troppo i nostri stomaci in attesa, chissà, di un bel dolcetto!



Le dosi che vi passo sono per 6 tronchetti, voi regolatevi in base al numero delle boccucce che avete da sfamare.



250 gr gr circa di salmone in un bel pezzo spesso circa 3 cm
30/40 gr di sesamo
Salsa di soia
Olio d'oliva
Spinacini freschi (o altra insalata di vostro gradimento)




Per prima cosa bisogna ingeniarsi e staccare la pellaccia dura dal nostro pezzo di salmone. Io l'ho piazzato sulla piastra ben calda per pochi secondi, dopodiché l'ho tolta facilmente.
Uso questo metodo perchè i Miracle Blade io non ce li ho e se li avessi, finirei per sprecare un sacco di polpa che rimarrebbe irrimediabimente attacata alla pelle, lasciandomi lì, vinta e delusa...

Bene, ora taglio il pesciolone in sei tronchetti uguali (più o meno) e poi inizio a dedicarmi al resto.
Metto a tostare il sesamo in una padellina senza alcun condimento.
Vi prego fate molta attenzione. Mentre tostate il sesamo a fuoco basso, vi verrà una voglia matta di dedicarvi a qualcos’altro, oppure di alzare la fiamma per velocizzare l’operazione. Non fatelo.
La differenza tra sesamo tostato e sesamo carbonizzato è molto sottile…


Sesamo tostato
Sesamo naturale



Ok, adesso preparo un’emulsione di 3 cucchiai di salsa di soia e uno di olio Extravergine d’oliva.



Tre precisazioni:
1. Se state seguendo una dieta, omettete il cucchiaio d’olio: la ricetta non ne risentirà e la bilancia vi restituirà un numero rassicurantnte.
2. Se amate il gusto della cucina giapponese, questo è il momento gusto per grattugiare un po’ di radice di zenzero (o zenzero in polvere dai!) e di aggiungerla all’emulsione. 

3. Io non ho aggiunto il sale perché la salsa di soia è sufficientemente sapida per i miei gusti, voi fate come meglio gradite.


A questo punto non mi resta che cuocere il salmone sulla griglia, spennellandolo di continuo con la salsetta appena preparata.








Mentre il pesce cuoce preparo i piatti:
dispongo sul fondo qualche foglia d’insalata, un giro di sale e una spruzzata d’olio. Il letto è soffice e pronto per accogliere il protagonista.



 

Quando i bocconcini avranno un bell’aspetto grigliato (più o meno 4 minuti per parte) li prelevo con l’aiuto di un paio di cucchiai (o di una pinza da cucina, se l’avete) e li passo nel sesamo fino a ricoprirli per bene.







Ora sistemo i tronchetti sul letto d’insalata ed è fatta!
Pronti per essere assaporati con gusto!








Un bacio a tutti voi!

domenica 14 agosto 2011

La Pessima Cuoca va in vacanza


Passate delle magnifiche vacanze, rilassatevi e divertitevi! 
Arrivederci tra pochissimo con tante nuove ricette!



lunedì 8 agosto 2011

Ciambelline ai lamponi - Se sei a dieta...non leggere questo post!





In questo blog non ci sono regole,  un giorno si fanno tortine salate senza burro, altre volte se ne fanno alcune dolci con un'esagerazione di burro...
Ho addocchiato la ricetta su un blog stupendo che vi invito a visitare se masticate un po' il francese.

La ricetta è questa ma io, come (quasi) sempre, l'ho riadattata per le mie tanto amate monoporzioni!
E' super-facile oltre che velocissima.

Tortine-biscotto ai lamponi
dosi per 8 dolcetti:

85 gr di zucchero di canna di ottima qualità
130 gr di burro morbido
160 gr di farina
un pizzico di sale
una vaschetta di lamponi


Mescoliamo il burro morbido con zucchero fino al raggiungimento di una consistenza cremosa.
Poi aggiungiamo la farina setacciata e il sale

A proposito dello zucchero di canna, vorrei fare una precisazione. Ho utilizzato lo zucchero Rapadura del Brasile che ha la caratteristica di essere molto fine, quasi polveroso e con uno spiccato sapore di caramello. La consistenza particolare di questo magnifico prodotto fa sì che il risultato finale sia amabilmente sabbioso e friabile.

Da notare il colore scuro dovuto allo zucchero di canna

Ecco il prezioso zucchero Rapadura. Sembra tutto ciò che resta di un castello di sabbia abbandonato...


Quando è tutto ben amalgamato, riempiamo lo stampo. Io ho usato la forma per i mini savarins che ho comprato recentemente in uno scatto di shopping compulsivo su Silikomart...





Cuoceteli in forno a  200°C (o 180 dipende dal vostro forno) per una ventina di minuti.

Ora vi spiego l'unico inconveniente della ricetta: siccome l'impasto è un po'scuro per via di quello zucchero strepitoso di cui vi parlavo sopra, al momento della cottura ci sarà una piccola crisi. 
  • Sono già pronti? 
  • No perchè a me sembrano già ben coloriti! 
  • Ma no, impossibile è troppo presto...ecc ecc ecc.

Tranquilli è normale, ci sono passata anch'io. Io problema si risolve con la prova stecchino: funziona sempre.

Una volta cotti, cercate di ignorare per qualche minuto l'invioto che il loro profumo vi sta offrendo...Dovete lasciarli raffreddare prima di sformarli. Se avete notato, infatti, nell'impasto non c'è il "legante" per eccellenza: l'uovo. Per cui se non lasciate che si induriscano un po' all'aria e vi fate prendere dalla voglia di assaggiarli subito, finirete per ridurli in poltiglia...

Ok, passato il tempo necessario, sformateli delicatamente, riempite l'avvallamento centrale con i lamponi e spolverateli di zucchero a velo.


Sì, adesso potete mangiarveli. Ma se li sbranate tutti in una sola sera, non date la colpa a me se i jeans non vi si chiudono più...



Possibile  variante.

Se vi piace complicarvi la vita tanto quanto piace a me, vi suggerisco questa versione: cuocete i savarin nello stampo per dieci minuti. Togliete dal forno e fare raffreddare. radunate tutta la delicatezza che riuscite a trovare e sformateli sulla placca da forno. Riempite le fossette coi lamponi e rimettete in forno per altri 10 minuti.
In questo modo i lamponi saranno molto morbidi (ma non spappolati). Dipende un po' dal vostro gusto!

Bacioni!